Prefazione di Pierbattista Pizzaballa
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Gerusalemme, così come la Bibbia la presenta, è luogo di riunione di tutti i popoli, simbolo universale della pace nel mondo. Per questo, è stata di sovente al centro degli interventi pubblici e degli scritti del cardinale Carlo Maria Martini, sino alla scelta di trasferirsi nella Città santa, che vide come meta definitiva di un cammino spirituale.
Oggi, davanti all’attuale clima di lacerazione e conflitto israelo-palestinese, ripercorrere le riflessioni del Cardinale è ancora più significativo, per approfondire la storia passata di quei luoghi, per intravedere un futuro possibile, per lasciarsi interpellare da una lettura biblico-sapienziale che ha come unico obbiettivo ricordare i valori forti che appartengono all’umanità e di cui il mondo ha ora più che mai bisogno.
Non ci sarà pace sul pianeta finché non ci sarà pace in Gerusalemme: intercedere e impegnarsi là per la giustizia e per la pace significa lavorare a beneficio del mondo intero.
Gerusalemme è come il centro e il simbolo di valori religiosi, storici, etici e culturali, che debbono essere
armoniosamente composti e rispettati. Come, alla vista di Gerusalemme, Gesù pianse «affinché ottenesse il perdono
per le lacrime del Signore», così noi tutti speriamo che da Gerusalemme sgorghino
un fiume di pace e un torrente di perdono e di amore.
(1927-2012), gesuita e biblista di fama internazionale, dal 1980 al 2002 è stato arcivescovo di Milano. Già rettore del Pontificio Istituto Biblico e della Pontificia Università Gregoriana, fu scelto come successore di Ambrogio sulla cattedra di Milano, ordinato vescovo e creato cardinale da san Giovanni Paolo II. Al compimento dei 75 anni rassegnò al Papa le sue dimissioni, trasferendosi nel 2003 a Gerusalemme per riprendere gli studi biblici e raccogliersi in preghiera. Rientrato per motivi di salute in Italia, è spirato presso l’Istituto di studi filosofici Aloisianum di Gallarate. È sepolto nel Duomo di Milano.