C’è un proverbio indiano, citato in apertura al volume, cui Carlo Maria Martini attingeva per parlare dei quattro stadi nell’esistenza umana ovvero fanciullezza, giovinezza, età adulta e anzianità: «Il primo è quello nel quale si impara, il secondo è quello nel quale si insegna e si servono gli altri, mettendo a punto ciò che si è imparato. Nel terzo stadio si va nel bosco, e questo è molto profondo, significa che il terzo stadio è quello del silenzio, della riflessione, del ripensamento. E poi c’è il quarto tempo, in cui si impara la mendicità».
Una riflessione che affronta il tema della sapienza della vita con l’intento di aiutare a superare con consapevolezza le prove che la quotidianità impone, senza soccombere sotto il peso delle crescenti responsabilità che sono, in ultimo, fonte di crescita per ognuno di noi.
Meditazioni che partono dal cuore del messaggio cristiano, per affrontare con serenità l’avventura umana, sorretti sempre da comprensione e amore.
«È qui, adesso, in questo momento, che siamo chiamati a vivere con responsabilità la nostra esistenza; è qui, ora,
che ciascuno deve impegnare tutto se stesso, perché il passato
sia senza rimpianti e il futuro sia sempre ricco di promesse e di speranze.»
Martini Carlo Maria
(1927-2012), gesuita e biblista di fama internazionale, dal 1980 al 2002 è stato arcivescovo di Milano. Già rettore del Pontificio Istituto Biblico e della Pontificia Università Gregoriana, fu scelto come successore di Ambrogio sulla cattedra di Milano, ordinato vescovo e creato cardinale da san Giovanni Paolo II. Al compimento dei 75 anni rassegnò al Papa le sue dimissioni, trasferendosi nel 2003 a Gerusalemme per riprendere gli studi biblici e raccogliersi in preghiera. Rientrato per motivi di salute in Italia, è spirato presso l’Istituto di studi filosofici Aloisianum di Gallarate. È sepolto nel Duomo di Milano.