T come Temperanza

Il cammino verso la maturità degli affetti

20 Marzo 2025

Dare un nome alle emozioni

Anche se il termine temperanza è desueto e non riesce più a comunicare il senso di questa virtù, noi oggi abbiamo un grande bisogno di esercitarla. Troppo spesso, e lo si riscontra soprattutto nelle generazioni più giovani, ma non solo, si è alla ricerca di emozioni forti, veloci e passeggere; s’inseguono esperienze capaci di scaricare adrenalina, di farci sentire vivi e padroni della vita, di riempire un tempo che ha paura del vuoto e della solitudine. Troppo spesso si è in balia di emozioni o sentimenti che non si ricomprendono dentro una visione integrale e armonica della propria vita, con le sue scelte e le sue prospettive, con le sue dinamiche caratteriali, intellettuali e volitive. Così l’umore ha acquisito in noi grande potere e decide come stiamo, cosa vogliamo, dove andiamo; anzi, determina persino che l’unico criterio buono per una scelta, un impegno, una relazione sta nel riuscire a sentirsi bene con se stessi e a essere felici, anche solo superficialmente. Non importa come, né per quanto tempo: basta questo star bene così, ora, anche in modo indistinto, perché «tanto poi si vedrà». Le emozioni regolano i nostri stati d’animo in modo assoluto: per cui una delusione ci deprime, un successo ci riempie di euforia, la noia ci spinge alla fuga e alla trasgressione, il vuoto ci rinchiude in noi stessi, la solitudine ci fa navigare nel virtuale e così via.

Non soltanto la scelta, ma anche la valutazione delle sue conseguenze, il giudizio sull’esito, dipendono dal forte potere che le emozioni hanno in noi e sui riscontri che generano nei nostri stati d’animo; per cui prevalgono le esperienze puntuali, di breve durata, intense su quelle più continuative e ordinarie. Questo avviene non solo nell’ambito affettivo, di studio o professionale, ma anche dentro la vicenda spirituale: si cercano situazioni emotivamente coinvolgenti, che generino un benessere interiore, a volte molto vago e indistinto, ma capaci di coinvolgere molto e molti. A una vita spirituale ordinaria se ne sostituisce una fatta di tanti eventi straordinari.

Bortolo Uberti

(Tratto da: B. Uberti, Vi ho dato un esempio. Prudenza Giustizia Fortezza Temperanza)

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Uno strumento indispensabile per i giovani e gli educatori che intendono partecipare alla GMG di Madrid e che vogliono scoprire come è possibile realizzare una vita buona, felice e riuscita. Un testo di meditazione che, a partire dal Vangelo di Giovanni, aiuta i giovani e gli adulti a comprendere più da vicino la missione che il Signore Gesù ci ha affidato, dandoci per primo l'esempio da seguire.Si prendono in considerazione le quattro virtù cardinali della prudenza, della giustizia, della fortezza e della temperanza, illustrandone il fascino e invitando i destinatari delle meditazioni a metterle in pratica nella loro vita.
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