Undici canti composti da Andrea Testa, vanzaghese di nascita, musicista, autore e compositore non professionista.
La sua passione per la musica, nata in oratorio, ha ricevuto uno slancio particolare grazie a un sacerdote che un giorno gli regalò un flauto traverso. Nel 1986, quasi uno sbocco naturale di quanto aveva vissuto nella sua comunità cristiana, Testa ha iniziato a collaborare con la Fom, presso cui ha prestato servizio civile come obiettore di coscienza. «All’inizio questo tipo di attività creativa fu dettata dalla necessità di offrire qualcosa di originale agli oratori diocesani, più che da un reale afflato artistico – riconosce -. Poi, piano piano, la necessità di comporre si è trasformata in piacere, e il piacere in desiderio di utilizzare lo strumento della musica e del canto come forma d’arte per comunicare».
Per lui i canti sono come figli – è sposato da venticinque anni e ha due figlie – e, come tali, crescono e sentono il bisogno di essere rinnovati. Ha quindi deciso di attuare quest’operazione «perché per comunicare occorre rinnovarsi continuamente, non è possibile utilizzare le stesse modalità, gli stessi mezzi di qualche decennio fa: la stessa cosa vale per l’annuncio del Vangelo, per educare alla fede, per testimoniare il Signore, non è possibile restare immutati nel tempo sotto l’aspetto metodologico, altrimenti si rischia di trasmettere su frequenze che nessuno ascolta».
Di qui la collaborazione col Gruppo Shekinah, il coro che da tempo accompagna le veglie dei giovani in Duomo e che percorre la Diocesi con i suoi concerti-meditazione. Filippo Bentivoglio, direttore del coro, ha seguito anche la produzione del disco, aiutato negli arrangiamenti da Stefano Sposetti. I coristi si sono invece impegnati, nelle prove e nelle registrazioni, a riscoprire il senso profondo di quei brani.
Alcuni, come Coraggio, sono io, o lo stesso Sei fuoco e vento che dà il titolo all’album, hanno da tempo varcato i confini diocesani. Per melodie e strutture musicali sono semplici, ma trasmettono contenuti di fede più profondi. Come afferma lo stesso autore, «quando scrivo un testo cerco sempre di far sì che risulti immediatamente comprensibile, in modo che il messaggio arrivi subito. In genere i miei canti prendono sempre spunto da brani del Vangelo; quindi il mio sforzo è quello di tradurre in una forma d’arte diversa gli insegnamenti del più bel libro della storia. Per questo motivo ho voluto che nel libretto del Cd Sei fuoco e vento, accanto al testo di ogni canto venisse riportato anche il brano di Vangelo da cui il canto stesso prende vita».
Parte del ricavato sosterrà il Caritas Baby Hospital di Betlemme, che i giovani di Shekinah hanno conosciuto cinque anni fa durante un pellegrinaggio in Terra Santa.
Nell’anno di Oratorio 2020, la Fom ha appoggiato pienamente il progetto. Del resto, come spiega don Stefano Guidi nel libretto interno al disco, «un oratorio senza musica, dove non si canta, è un oratorio spento, con un cuore freddo».