Il libro “Riti di famiglia. Gesti e preghiere della vita quotidiana“ (Centro Ambrosiano, pagine 80, Euro 10,00) nasce da un’esperienza personale che, con il passare degli anni, mi sono accorto essere anche il vissuto di molti: alcuni atteggiamenti della fede sono diventati familiari grazie ad alcuni gesti di casa che coinvolgevano il corpo, gli affetti, i sensi, i colori, i sapori.
Ad esempio, quando ero bambino, nella casa della mia famiglia in Avvento non mancava mai il centro tavola con sei candele da accendere di domenica in domenica. L’attesa del momento giusto per accendere una seconda o una terza candela, la luce che cresce con il passare del tempo mi hanno aiutato a interiorizzare lo spirito dell’Avvento. Credo poi che il fare a gara con mio fratello per chi accendeva e chi spegneva, il giocare con la cera dopo pranzo, con qualche inevitabile disastro sulla tovaglia abbia fatto il resto e cioè abbia creato una memoria viva e affettiva dell’attesa del Natale.
Sono certo che ciascuno potrebbe aggiungere i propri esempi. Così tutti insieme possiamo riconoscere che la memoria dei gesti di famiglia sia capace di futuro, continui cioè a generare frutto. Non tanto nella forma della nostalgia, ma di una memoria che ci accompagna ancora nello scorrere dei giorni.
Proprio a partire da quel centro tavola e da tanti altri piccoli gesti, in questi anni, insieme a molte famiglie e catechisti di diverse parti della nostra Diocesi, ho cercato di proporre dei riti di famiglia. Questo libro ne raccoglie alcuni nella speranza di generarne altri: i “propri” riti di famiglia, quelli che sorgono quasi senza accorgersene o ai quali ci si affeziona con il tempo.
La semplicità delle proposte, che le avvicina alla tradizione popolare, la scelta di valorizzare i linguaggi della famiglia, caratterizzati dagli affetti e dalle azioni più che dalle parole e dai ragionamenti, ha permesso di entrare in molte case, anche di persone meno addentro alla vita della comunità cristiana e di generare entusiasmo anche là dove non immaginavo.
Il vero motore però sono sempre stati i bambini che vivono il rito come un appuntamento, un gesto ripetuto e fedele in cui s’intrecciano azioni, parole, sguardi, colori, sapori, affetti, legami.
La vita familiare è piena di ritualità: un modo di salutarsi quando si esce di casa, di stare a tavola, di raccontarsi, di pregare insieme, di augurarsi la buona notte… I bambini, in particolare, amano i riti perché danno sicurezza, creano punti fermi: “io so che anche domani, in questo stesso momento della giornata, ci ritroveremo ancora insieme”. In realtà, abbiamo bisogno tutti, grandi e piccoli, di ritualità, di gesti ripetuti che abbiano il sapore di un appuntamento, in cui ci si senta attesi e amati.
Nel libro parto dalle azioni familiari di ogni casa: pregare, attendere, ascoltare, servire, cucinare, mangiare… Attorno a questi verbi si possono creare piccoli riti di famiglia. Questo libro ne propone alcuni per intrecciare la fede e la vita in un’unica trama. Ad essere più precisi, non si tratta di unire ciò che è in realtà già profondamento unito, ma di riconoscerne l’intreccio fecondo. Per la “via” dei riti di casa si scopre che nel tessuto di ogni famiglia il Signore è già all’opera e abita con noi la vita quotidiana.
Don Matteo Dal Santo
Leggi qui –> La fede, tra preghiere e gesti della vita quotidiana – Fiaccolina 12/2020