Lettera alla Diocesi per l’anno pastorale 2017-2018

Lo stile utilizzato dall’Arcivescovo è anche un’indicazione di metodo: le tre parole-chiave: fraternità, contemplazione e concretezza, si compenetrano l’una nell’altra per incoraggiare a iniziare con fiducia un cammino nuovo.

30 Ottobre 2017

Una Chiesa aperta, sinodale, semplificata, corresponsabile, unita pur nella pluriformità di esperienze, sensibile alla qualità della liturgia, attenta ai giovani, responsabile nel discernimento di fronte alle sfide del mondo, che sappia utilizzare al meglio i media diocesani per fare opinione. Sono queste in sintesi le indicazioni pastorali per questo anno dell’arcivescovo Mario Delpini, che significativamente lo scorso 4 ottobre, giorno di San Francesco, ha firmato la sua prima Lettera alla Diocesi. «Vieni, ti mostrerò la sposa dell’Agnello» è il titolo, che riprende un brano dell’Apocalisse.

La sfida della sinodalità

«La sinodalità è la sfida che vogliamo raccogliere», sottolinea l’Arcivescovo. Una parola che non deve diventare un vuoto slogan, ma innervare la Chiesa ambrosiana. «È doveroso declinare un’attenzione che deve dare forma a tutta la vita della Chiesa, perché sia profezia della città santa. La sinodalità infatti è opera dello Spirito che dei molti fa una cosa sola». L’Arcivescovo non si nasconde certo le difficoltà: «Quale docilità allo Spirito, quali attitudini virtuose, quali esercizi ascetici rendono praticabile l’esercizio della sinodalità a uomini e donne tentati da indivi­dualismo, protagonismo, inerzia, rassegnazione, mutismo, confusione? Insomma si deve raccogliere un richiamo alla conversione».

La cura della liturgia

Un’attenzione particolare va riposta nella qualità della liturgia. «La priorità – scrive Delpini – deve essere la cura per la celebrazione della Messa domenicale: deve essere un appuntamento desiderato, preparato, celebrato con gioia e dignità: quindi è necessario che ci sia un gruppo liturgico che anima la liturgia». Inoltre «deve essere favorita anche la preghiera feriale, promuovendo la partecipazione alla santa Messa, la preghiera della Liturgia delle Ore, l’adorazione eucaristica, la preghiera del rosario, le devozioni popolari». E poi un invito concreto, ma fortemente simbolico: «È poi opportuno che la chiesa rimanga aperta, per quanto possibile».

L’attenzione ai giovani

In vista del Sinodo dei vescovi del 2018 sui giovani, monsignor Delpini invita a puntare molto quest’anno sulle iniziative della Pastorale giovanile, a livello diocesano e locale, «scuola di preghiera e percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vita deve essere accompagnata con sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità, così da favorire le decisioni definitive per la vita matrimoniale o le forme di speciale consacrazione. La comunità degli adulti infatti deve pensarsi come comunità educante»

 

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