«Promessa» è la parola chiave del messaggio che l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, rivolge a tutte le componenti della scuola in occasione dell’inizio delle lezioni (13 settembre). Un segnale forte di incoraggiamento che la Chiesa ambrosiana vuole dare a tutti.
Una promessa che genera speranza: da parte degli insegnanti («ci sono cammini che meritano di essere percorsi»), dei dirigenti («ci sono condizioni rassicuranti per una scuola che funzioni»), dei genitori («l’alleanza tra genitori e scuola è condizione promettente perché l’opera educativa sia incisiva»), degli studenti («il desiderio e l’attesa rispetto a quello che gli insegnanti e la scuola possono offrire è la motivazione più necessaria per la qualità dell’insegnamento e delle proposte scolastiche»), del personale («uomini e donne che saranno presenze amiche, sollecite, attente a tutti e all’insieme») della Chiesa (per un’opera educativa «troppo precaria se non vive di una speranza affidabile per la vocazione di ogni persona: non si può tacere l’annuncio del compimento della vita umana nella vita di Dio») e del Governo (non mancherà quello che è necessario»). Ma anche Dio promette: «Non saremo mai soli, non saranno mai esaurite la grazia e la misericordia». E lo stesso Arcivescovo promette «preghiera, attenzione e vicinanza».
Il messaggio è contenuto nel volume La scuola. Un messaggio, una promessa (Centro Ambrosiano, collana «Dialoghi con…», 40 pagine, 3 euro). Nel volume è riportato anche un dialogo tra monsignor Delpini e Augusta Celada, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, condotto dal giornalista Alessandro Zaccuri, a partire dall’interrogativo «La scuola ha futuro?»: una riflessione a tutto campo sulla scuola oggi, tra fatiche e problematiche acutizzate dalla pandemia e che richiedono un significativo investimento di energie e risorse da parte di tutti gli attori in gioco.