L’opuscolo della Parola ogni Giorno dal titolo «La fede all’opera. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola» (Gc. 1,22) può aiutarci a pregare durante il periodo estivo a partire dalla Lettera di Giacomo. L’ascolto di questa lettera non lascia indifferenti, Giacomo evita le mezze misure ed è impossibile fare come se il suo messaggio si potesse interpretare in molti modi. La sua forza impedisce di assopire la coscienza, costringe a riconoscere che la Rivelazione di Dio necessita una risposta definitiva, nonostante ancora oggi rischi l’indifferenza. La Rivelazione si attesta esprimendo i fondamenti della fede, quindi mettendo in discussione le pratiche e la forma di vita con le quali spesso viene ridotto il legame con il Dio di Gesù.
Colpisce l’attualità delle situazioni descritte, che pure si riferiscono a comunità lontane di due millenni. Ciò significa che in ogni tempo il discepolo del Signore fa esperienza di dinamiche fondamentali, che la proposta del Vangelo è sempre presente nella storia, appassionante e gravosa quando si fa carico di vivere nel mondo di tutti, ma secondo lo stile unico di Gesù. I pochi riferimenti espliciti al suo nome corrispondono quindi ai molti accenni alla sua figura: solo chi ha conosciuto in profondità chi sia Gesù può intendere che solo in lui si fonda la radicalità delle scelte suggerite. La vicenda di Gesù spinge il cristiano a parteggiare per una fede di qualità, verificata nella reale consistenza delle opere, così il cuore della lettera si trova nell’invito a essere «di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto».
Troppo spesso un elogio formale del primato divino nasconde un difetto di volontà, l’ascolto non interpella perché è considerato alternativo alla risposta. Ciò che Giacomo scrive agisce come la spada a doppio taglio, toglie il respiro per la sua incisività così da restituire la vita piena donata a chi si pone sulla strada della Parola che salva.