L’Arcivescovo Mario ci ha regalato un Decalogo per gli oratori. Un testo bellissimo, carico di slancio, di profondità, di fiducia. Delpini non vuole competere con Montini. Ma di fatto, sono consegnati alla storia dei nostri oratori ambrosiani, a distanza di più di sessant’anni, due testi che hanno in sé la forza di indicare un cammino e lo slancio per motivarci a partire.
Nel Decalogo dell’Arcivescovo Mario colpisce innanzitutto questo: l’utilizzo coerente dell’indicativo presente.
L’oratorio è!
Viviamo tempi in cui il condizionale – più che d’obbligo – è logoro: si dovrebbe, si potrebbe, come sarebbe bello se, ah se potessi, ah se capitasse … il condizionale è di moda. E un po’ spaventa. Sembra alludere alla vita come ad un mistero magico, sfuggente. È un’immagine che diminuisce la portata della nostra libertà. Ci pone in condizione subordinata, rispetto ad un futuro imprevedibile, inaffidabile. Sono invece gli uomini che fanno la storia. E la storia non è mai alibi per la libertà. Per questo, il vescovo Mario ci chiede di superare il tempo del condizionale e i suoi esiti problematici: risentimento, scoraggiamento, paralisi, smarrimento. Ci chiede di abitare il presente.
L’oratorio è!
E l’espressione pare fino esagerata, se non ci rinviasse con la memoria ad un’altra espressione famosa e – non c’è dubbio – azzardata: “voi siete il sale della terra. Voi siete luce del mondo”. Anche Gesù usa l’indicativo presente.
Tuttavia, per non travisare il messaggio, bisogna anche dire che dal Decalogo per gli oratori emerge l’immagine di oratorio sia presente che relativo. Il vescovo Mario ci muove a pensare che all’oratorio non basti dichiarare la propria autosufficienza. Piuttosto ogni oratorio è chiamato a scoprirsi in relazione. Tanto che senza questa costitutiva relazione, l’oratorio non è, non è più, diventa altro.
Sono immagini preziose, mentre diamo inizio al percorso di discernimento sull’oratorio diocesano Oratorio 2020, che nell’intento vuole essere un grande sinodo sull’oratorio.
Abbiamo chiesto a dieci amici dell’oratorio di commentare ogni singolo comandamento. Così ogni oratorio, a partire da questo regalo che l’Arcivescovo ci ha fatto, può tenere vivo il pensiero, la consapevolezza, la motivazione.
1. L’oratorio accoglie tutti, per insegnare a tutti… Mons. Mario Antonelli – Vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della fede
2. L’oratorio è la casa dove la Comunità educante accompagna le giovani generazioni… Laura Musarra – Catechista nella Parrocchia SS. Vito e Modesto in Burago Molgora, Comunità pastorale Beata Vergine del Rosario in Vimercate e Burago.
3. L’oratorio organizza il tempo… Alessio Pacifico – Educatore laico di Aquila&Priscilla
4. L’oratorio non basta a se stesso… Mons. Luca Raimondi – Vicario episcopale Zona pastorale IV di Rho
5. L’oratorio è per rivelare che la vita è una vocazione… A cura dei giovani educatori dell’Oratorio di Sesto Calende
6. L’oratorio offre per ciascuno una proposta adatta. Daniela Mapelli – Ausiliaria Diocesana
7. L’oratorio insegna che si possiede solo quello che si dona. Don Massimiliano Sabbadini – Vice Direttore di Caritas Ambrosiana, Ex Direttore della FOM