I racconti di Natale dell’Arcivescovo interpretati da sette artisti

Le letture di Argentero, Atzori, Capotondi, Pitagora, Poretti, Scifoni e Van De Sfroos

07 Dicembre 2020

Nel contesto della pandemia, fonte di tanti interrogativi e angosce anche per i più piccoli, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha scelto di dedicare al tema delle paure la sua consueta Lettera di Natale a bambini e ragazzi. Una lettera che quest’anno ha preso la forma di una raccolta di brevi racconti: Quella notte, per vincere le sette paure.

Grazie alla disponibilità e alla collaborazione di alcuni attori, attrici e personaggi del mondo dello spettacolo, le storie dei ragazzi di Betlemme, invitati ad affrontare le proprie paure con la grazia della preghiera, hanno preso volti e voci noti al grande pubblico. Si tratta di un progetto comunicativo che ha coinvolto Luca Argentero, Simona Atzori, Cristiana Capotondi, Paola Pitagora, Giacomo Poretti, Giovanni Scifoni e Davide Van De Sfroos.

Lettera di Natale dell’Arcivescovo Mario Delpini ai bambini, letta dagli artisti

«Alcune tra le cose che succedono sgomitano per farsi avanti per diventare notizie – scrive l’Arcivescovo nell’introduzione del libro -: sono le cose strane, i fatti dolorosi, gli eventi disastrosi. Le disgrazie non stanno tranquille: si agitano, gridano, vogliono richiamare l’attenzione. Pertanto, se un  bambino sente le notizie del giorno e ascolta i discorsi degli adulti ha buone ragioni per avere paura: parlano solo di quello che spaventa. Ma io vi voglio raccontare la storia dei ragazzi di Betlemme e delle loro sette paure. I ragazzi di Betlemme hanno ricevuto una grazia, quella notte, la notte di Natale: incontrando Gesù bambino hanno vinto le loro sette paure».1

«Io non ho paura di niente – diceva Simone – ho già 12 anni e sono forte. Non sono più un bambino!». Sarà vero?
LUCA ARGENTERO legge “LA PAURA DEL BUIO”.
«Era sempre vestito di nero, non parlava con nessuno e nessuno gli parlava. Si diceva che fosse un uomo cattivo. Perciò Giosuè cercava di non passare da quella strada». A volte l’apparenza inganna. Anche stavolta?
DAVIDE VAN DE SFROOS legge “LA PAURA DELL’UOMO CATTIVO”.
«Il bosco, con il suo fascino, il suo mistero, le sue sorprese. Il papà amava addentrarvisi e Giacomina lo seguiva volentieri». Ma attenta Giacomina! Non allontanarti troppo!
SIMONA ATZORI legge “LA PAURA DI PERDERSI”.
«Sapeva di essere un monello, furbo e senza tanti scrupoli. Ma quella volta Tommaso aveva davvero esagerato». Il castigo fa paura… a grandi e piccoli.
GIOVANNI SCIFONI legge “LA PAURA DI DIO
Giovanna ha una bella casa, non le manca niente, ma è «sempre timorosa, triste e un po’ arrabbiata». Quanto rumore fanno le porte sbattute, ma soprattutto alcuni silenzi insopportabili!
PAOLA PITAGORA legge “LA PAURA DEI LITIGI DI PAPÀ E MAMMA”.
«Efrem aveva molte qualità̀. Ma certo non si può̀ dire che fosse un campione nel gioco del calcio». Chi non desidera di essere ammirato da tutti?
GIACOMO PORETTI legge “LA PAURA DI ESSERE ESCLUSO”.
«Quando il sole tramonta i lavori nei campi finiscono, ma il papà di Maddalena non finiva di lavorare. Perciò scendeva la sera e spesso lui non era ancora tornato a casa». Quanto tempo speso a chiedersi: non sarà successo qualcosa?!
CRISTIANA CAPOTONDI legge “LA PAURA CHE SUCCEDA QUALCOSA”.

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