In una lettera a un tale signor Webb, che gli ha chiesto un aiuto economico, Benjamin Franklin risponde dicendo di non avere granché da offrirgli. Dieci Luigi d’oro non sono una gran somma, ma Franklin glieli dà volentieri. Con un impegno: che il signor Webb, una volta che li avrà fatti fruttare (vuole avviare una piccola attività), dovrà restituirli: non però a Franklin stesso, ma a un povero che si trovi nelle stesse condizioni di Webb. Glieli darà in prestito, facendogli promettere che li presterà a sua volta a un altro povero, e così via. «Si tratta di un trucco – scrive Franklin – che ho escogitato per fare del bene con poco denaro. Non sono abbastanza ricco da poter offrire molto in opere buone, quindi sono costretto a giocare d’astuzia e far fruttare al massimo il poco che ho». È una grande intuizione. Franklin apre così un cerchio virtuoso potenzialmente infinito: il debitore divenga creditore di un altro affamato di vita, e costui presta a sua volta i dieci Luigi d’oro a uno che bussi alla sua porta.
Tutto questo è una buona immagine per descrivere il mandato di Gesù ai suoi: io sto per partire, dice, vi lascio i dieci Luigi d’oro del mio amore, che avete conosciuto negli anni che abbiamo condiviso, e che ha preso la forma di parabole, gesti di guarigione, insegnamenti.
Nei capitoli dal 13 al 17 del Vangelo di Giovanni, che quest’anno, in sintonia con la proposta pastorale dell’Arcivescovo, ci apprestiamo ad attraversare nella lettura dei Gruppi di Ascolto: L’amore che ci unisce (In dialogo, pagine 112, Euro 8,50), Gesù è impegnato a raccontare, in alcuni gesti e molte parole, la natura intima dell’Amore che è Padre, Figlio e Spirito. E a dichiarare, a mo’ di testamento definitivo, quale sia la natura profonda della condizione umana. Noi siamo al mondo per imparare a lasciarci amare e a coinvolgerci nell’avventura dell’amore. Il fatto stesso che siamo al mondo è avere tra le mani una ricchezza clamorosa.
Perché la creazione stessa è, in fondo, il continuo atto d’amore con cui il Creatore fa spazio alle creature, e il Suo impegno perché, nel tempo, esse divengano loro stesse. La loro esistenza è come i dieci Luigi d’oro di Franklin: un prestito da far fruttare e circolare a vantaggio di altri. Ognuno è depositario di un capitale di vita di cui è responsabile, e che ha il compito di mettere a servizio della crescita e dello sviluppo altrui. Senza nulla pretendere in cambio. Solo così la creazione diventa continua, come è chiamata a essere, e i figli di Adamo partecipano della grande opera creatrice di Dio stesso.
Di volta in volta, i Gruppi di Ascolto della Parola si raduneranno per camminare dentro il racconto giovanneo, che ci immerge nel clima di un distacco e di una promessa. Gesù offre ai discepoli un gesto (la lavanda dei piedi) e molte parole, che avranno bisogno di essere compresi alla luce degli eventi delle drammatiche ore successive. Ma è anche vero che quel gesto e quelle parole saranno ciò che permetterà ai tragici eventi di trovare un senso e una direzione.
Anche noi attraversiamo tempi difficili. Questi testi ci aiutino a interpretarli e ad attraversarli con la speranza e la pace che il Maestro ha voluto seminare nei suoi. A tutti l’augurio di un buon cammino, tanto più desiderato dopo questi lunghi mesi segnati dal travaglio della pandemia.
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