«Giovani, Dio vi ama e la Chiesa ha bisogno di voi»

L’Esortazione apostolica “Christus vivit” di papa Francesco, in forma di Lettera, è composta da 9 capitoli. Dall'analisi delle realtà giovanili all'invito a vivere pienamente la giovinezza attraverso l'amicizia con Cristo. In libreria l'edizione con la prefazione dell'Arcivescovo.

03 Aprile 2019

Firmata da papa Francesco lo scorso 25 marzo nel corso della sua visita a Loreto, è stata presentata questa mattina l’Esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, indirizzata “ai giovani e a tutto il popolo di Dio”. In forma di Lettera, è composta da 9 capitoli divisi in 299 paragrafi.

Il Papa spiega di essersi lasciato “ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo” sui giovani celebrato in Vaticano nell’ottobre dello scorso anno. Le parole con cui inizia e da cui deriva il titolo (Christus vivit) sono anche la sintesi del messaggio positivo che l’Esortazione vuol lanciare: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. (…) Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!”.

Vivere pienamente la giovinezza attraverso l’amicizia con Cristo

Voi siete l’adesso di Dio

Francesco afferma in questo capitolo che i giovani non sono solo il futuro del mondo, ma il presente e perciò vanno ascoltati, resistendo alla tentazione di fornire “risposte preconfezionate e ricette pronte”, guardando al positivo che c’è in loro e avendo la capacità “di individuare percorsi dove altri vedono solo muri”.

Giovani con radici

“A volte ho visto alberi giovani, belli, che alzavano i loro rami verso il cielo tendendo sempre più in alto, e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta, li ho trovati caduti, senza vita. Poiché avevano poche radici…”. Francesco esprime così la sua convinzione che non è possibile un futuro senza radici e che al mondo non è utile la rottura tra le generazioni. E parla dell’esistenza di manipolatori che vorrebbe giovani sradicati perché possano credere solo alle loro promesse. Fondamentale quindi il rapporto con gli anziani e il Papa precisa che ciò “non significa che tu debba essere d’accordo con tutto quello che dicono”. Ma bisogna camminare insieme.

Il discernimento

Scoprire la propria vocazione “è un compito che richiede spazi di solitudine e di silenzio”, è una decisione personale, sottolinea il Papa, ed è necessario dunque il discernimento che va oltre la ragione. E secondo Francesco, a chi aiuta i giovani in questo cammino, sono richieste tre sensibilità: l’attenzione e l’ascolto della persona; la capacità di distinguere la grazia dalla tentazione, la verità dagli inganni; e infine la comprensione di “dove vuole andare veramente l’altro”. Francesco raccomanda: dobbiamo “suscitare e accompagnare processi, non imporre percorsi”. L’Esortazione si conclude con un desiderio del Papa: “Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. (…) La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede… E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci.”

Introduzione Delpini Esortazione papa Francesco

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