Educazione alla carità

Un oratorio senza carità rischia di perdere la sua identità

25 Gennaio 2015

Grazie alla collaborazione con Caritas ambrosiana, offriamo a educatori, catechisti e animatori degli oratori un valido sussidio per l’animazione che possa coinvolgere i ragazzi in azioni e riflessioni che mettano a tema la carità nei suoi risvolti pratici, relazionali e sociali.

Il fascicolo «Oratorio è carità» perché possa essere preso in considerazione già dal prossimo tempo di Quaresima per stimolare alcune prassi e rinnovare uno stile che deve essere proprio dell’oratorio.

Già nel titolo vorremmo dimostrare che la carità fa parte del «dna oratoriano». Senza carità non ci può essere autentica vita cristiana e quindi vita comunitaria. Educando all’incontro con il Signore Gesù nella comunità, l’oratorio si deve così impegnare a costruire percorsi di prossimità, di solidarietà e di apertura al mondo che pian piano plasmino il cuore e la coscienza dei più giovani e suscitino scelte e stili di vita aderenti al Vangelo.

Nel fascicolo sono disponibili diverse attività pratiche e laboratoriali che sviluppano che cosa significa vivere lacarità in oratorio, «farsi prossimi» nel proprio territorio (in una stretta collaborazione con le Caritas locali e le altre agenzie caritative), aprirsi al mondo consapevoli che le proprie scelte quotidiane producono conseguenze che hanno un effetto «globale». Le schede che vengono presentate sono frutto del lavoro di esperti animatori ed educatori che hanno sperimentato sul campo le attività proposte. In aiuto ai temi della carità in oratorio, sul territorio e nel mondo sono raccolti nel sussidio alcuni testi significativi che possano stimolare la riflessione dei ragazzi in un dialogo aperto con i loro educatori, animatori e catechisti.

«Oratorio è carità» è uno strumento affidato all’oratorio per le comunità educanti, chiamate a riconoscersi e ad esprimersi davanti ai più giovani nella stile della fraternità, affinché questo sia «l’ambito di relazioni nuove nelle quali il ragazzo/a percepisce un insieme di legami, azioni e gesti da cui impara che far parte di quella fraternità, basata sull’appartenenza a Cristo, è bello e ha futuro» (A. Scola, La comunità educante, p. 29). Un futuro che non può che essere fondato sulla carità, vissuta nella concretezza dell’esperienza quotidiana, in ogni età della vita e quindi anche nell’età della formazione e della crescita integrale dei ragazzi.

 

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