È stato facile voler bene a Tettamanzi

Il 5 agosto ricorre il terzo anniversario della morte del cardinale Dionigi Tettamanzi

01 Giugno 2020

Il 5 agosto 2017 la Chiesa ambrosiana piangeva la morte del cardinale Dionigi Tettamanzi, scomparso all’età di 83 anni a Villa Sacro Cuore di Triuggio, dove si era stabilito dal 2011 dopo avere lasciato la guida della Diocesi.

Lo ricordiamo con alcuni suoi scritti sempre molto attuali:

Questa è la nostra fede. Spiegazione del Credo (Centro Ambrosiano, 176 pagine, 10 euro)

Una spiegazione del Credo semplice ed autorevole. Un testo per lasciarsi affascinare dalla preghiera-simbolo della fede e riferimento della nostra religione.

Incontro a Cristo. In cammino con san Carlo Borromeo (In dialogo, 144 pagine, 10.50 euro)

Un testo profondo e stimolante che raccoglie le catechesi dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi. La tematica su cui si sviluppano le meditazioni del cardinale è quella della santità, illustrata e proposta a ciascun uomo e a ciascuna donna a partire dalla figura esemplare del vescovo ambrosiano Carlo Borromeo. Su questa base si affrontano i temi della carità, della crocifissione, della Chiesa, della fede e della preghiera.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito. Lettera agli sposi in situazione di separazione, divorzio e nuova unione (Centro Ambrosiano, 24 pagine, 3 euro)

Anche le situazioni di persone o di famiglie nella crisi, nella separazione, nel divorzio o nella nuova unione possono contenere una parola di Vangelo, da non tacitare o trascurare. Con tono colloquiale, secondo le linee tracciate dalla dottrina della Chiesa, il Cardinale invita a costruire un contesto comunitario e pastorale in grado di sostenere il cammino di fede possibile anche per queste persone, per realizzare un’attenzione nei confronti di “chi ha il cuore ferito”.

Eppure tu vedi l’affanno e il dolore. Lettera alle famiglie nella prova (Centro Ambrosiano, 36 pagine, 1 euro)

Una lettera aperta alle famiglie che si trovano ad affrontare la difficile prova della malattia e del dolore. Parole che di fronte alla disperazione vogliono essere un abbraccio, una preghiera, una benedizione. Parole che non possono rispondere alla domanda che naturalmente ci sale alle labbra in queste circostanze: “Perché?”, ma vogliono mostrarci quei semi di speranza, quei segni, quei gesti che ci ricordano l’amore di Dio che è in mezzo a noi perché il Signore vede l’affanno e il dolore e li prende nelle sue mani (cfr. Sal 9, 35).

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