La proposta pastorale 2024/2025

L’Arcivescovo invita a confidare nella grazia del Signore e a opporsi al male personale e collettivo

26 Giugno 2024

È disponibile la nuova Proposta pastorale per il 2024-2025 dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, intitolata “Basta. L’amore che salva e il male insopportabile”.

proposta pastorale 2024/2025

Un titolo provocatorio

Nell’Introduzione, l’Arcivescovo Delpini spiega il significato del titolo provocatorio: «La Proposta pastorale invita a rinnovare la fiducia nella grazia di Dio che basta per perseverare nella vita cristiana e propone di dire “basta!” al male con cui i figli degli uomini tormentano gli altri e se stessi».

Richiamando la Lettera di san Paolo ai Corinzi e gli scritti di santi come Teresa d’Avila e Ignazio di Loyola, monsignor Delpini afferma che «lo smantellamento della nostra superbia apre uno spazio in cui si fa percepibile in modo limpido che tutto è frutto del dono del Signore, potenza sua che si manifesta proprio nella nostra debolezza (…). Questo ci dona anche la chiarezza e il coraggio di dire “basta” a quanto fa dimenticare il dono del Signore o a quanto lo contrasta esplicitamente».

Il nuovo Messale

L’Arcivescovo ricorda che «il centro della proposta pastorale è sempre l’anno liturgico, ossia la celebrazione del mistero di Cristo, che si distende nell’arco temporale dell’anno» e sottolinea la necessità di «evitare un consumo individualistico della Messa». Il prossimo anno pastorale, che inizierà nella Diocesi il 7 settembre, segnerà l’introduzione della seconda edizione del Messale Ambrosiano, «occasione per riprendere il tema del celebrare, per rendere le celebrazioni attrattive ed edificanti per tutto il popolo di Dio».

Carlo Acutis Santo e i 1700 Anni da Nicea

Due eventi importanti del nuovo anno sono collegati al tema della Proposta: la canonizzazione di Carlo Acutis e i 1.700 anni dal Concilio di Nicea. Monsignor Delpini invita a guardare al giovane Carlo per diventare con lui amici di Gesù, riconoscendo che le debolezze personali sono il luogo in cui si manifesta la forza misteriosa di Dio. Inoltre, ricorda come nei primi secoli della storia della Chiesa i cristiani abbiano pregato, pensato e sofferto per difendere l’essenziale verità su Gesù, vero Figlio di Dio.

Il Giubileo

Il 2025 sarà caratterizzato dal Giubileo della Chiesa universale, che inizierà il prossimo 24 dicembre. Nel capitolo intitolato «Lasciate riposare la terra», l’Arcivescovo richiama la tradizione biblica della sospensione dello sfruttamento intensivo della terra, sottolineando la necessità di riconoscere il primato della grazia e di vivere nella dimensione contemplativa della vita, nell’ascolto della Parola e nella centralità della Pasqua di Gesù che si celebra nell’Eucaristia. Per l’anno giubilare, propone un “tempo sabbatico” durante il mese di gennaio, dedicato alla preghiera, a conversazioni gratuite e a serate familiari tranquille.

Curare la Riconciliazione

Il Giubileo e, più in generale, «l’annuncio della salvezza, la proclamazione del Vangelo, la pratica della lectio perché la Parola di Dio sia lampada per il cammino della vita» invitano ad accogliere il dono della vita nuova. L’Arcivescovo richiama una speciale attenzione al sacramento della Riconciliazione, invitando a curare la celebrazione comunitaria con confessione e assoluzione individuale per evitare un’enfasi sproporzionata sul “dire i peccati”.

«Basta con la guerra!»

La riflessione si sposta poi sui conflitti in corso: «Noi figli e figlie di Dio, discepoli di Gesù e tutti gli uomini e le donne di buona volontà dobbiamo essere uniti nel gridare: basta con la guerra!». Monsignor Delpini sottolinea la necessità di promuovere un’educazione alla pace nelle comunità cristiane.

Il Cammino Sinodale

La seconda parte del documento – «Annuncio, missione, sinodalità: ricòrdati del cammino percorso» – ripercorre i passi compiuti dalla Chiesa ambrosiana negli ultimi anni, con l’intenzione di mettere al centro la missione. Monsignor Delpini conclude ricordando che la comunità cristiana ambrosiana vive la fecondità del seme, del sale e del lievito, confermandosi come il tralcio unito alla vite che può portare molto frutto, secondo la promessa e lo stile di Gesù.

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Libro collegato

Delpini Mario
Centro Ambrosiano

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«La proposta pastorale 2024-2025 Basta. L’amore che salva e il male insopportabile invita a rinnovare la fiducia nella grazia di Dio che basta per perseverare nella vita cristiana e propone di dire “basta!” al male con cui i figli degli uomini tormentano gli altri e se stessi», spiega l’arcivescovo Mario Delpini, il quale invita a «perseverare nella gratitudine e nella docilità, accogliendo la grazia di Dio che si riconosce in ogni storia di libertà e in ogni situazione e che nella celebrazione dei santi misteri viene donata con fedeltà sovrabbondante» e a «resistere al male continuando con tenacia e sapienza a essere operatori di pace». Soffermandosi sul percorso fatto a partire dalla proposta pastorale 2023-2024 Viviamo di una vita ricevuta, l’arcivescovo osserva che la Chiesa ambrosiana, «alla soglia del Giubileo 2025, può sostare di fronte ai passi compiuti con l’intenzione di mettere al centro la missione, così da farne memoria riconoscente, da assumerli con responsabilità e creatività, per rilanciare nel futuro il suo cammino».   https://youtu.be/EThwpi0Ehrw La Proposta contiene una sorta di decalogo dei mali a cui dire «basta», ma non nel senso semplicistico di non esserne più disturbati… «Noi avvertiamo il dramma in cui vivono tanti popoli della terra… – puntualizza Delpini -. Vale la pena parlarne, non per evitare il disturbo, ma per credere che le parole possono incoraggiare il cammino verso il futuro. Diciamo basta non per dire che siamo stanchi, ma per dire che desideriamo fare tutto quello di cui siamo capaci per porre fine a questo». Il prossimo anno pastorale vedrà l’introduzione della seconda edizione del Messale ambrosiano, l’avvio del Giubileo, la prosecuzione del Cammino sinodale… L’Arcivescovo tiene a «smontare l’idea che queste siano tutte cose da fare. Lo spirito con cui viverle si chiama docilità, lasciarsi condurre a sperimentare la gioia, la grazia, la fierezza di essere discepolo del Signore». Anche per questo nella Proposta si parla di un periodo “sabbatico”, individuato nel mese di gennaio… «Nella tradizione antica il Giubileo era il modo anche di porre fine allo sfruttamento della terra. Io vorrei incoraggiare tutti a trovare il modo di decongestionare il calendario e di vivere il tempo non per quello che ci affanniamo a fare, ma per la grazia che riceviamo». Un ulteriore richiamo è quello alla dimensione comunitaria del sacramento della riconciliazione… «Questo sacramento si chiama così perché ricostruisce i rapporti, con Dio, con la Chiesa, dentro la comunità cristiana… La dimensione comunitaria ci fa dire che noi ci rendiamo conto dell’altezza della nostra vocazione, siamo convinti di poterla portare a compimento perché il Signore ci fa grazia e accogliamo questa grazia in una Chiesa capace di essere lieta, di essere profezia e di essere fiduciosa».
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