È nota l’importanza che le opere divulgative di psicologia danno alla stima di sé. È diventata la virtù per eccellenza, la cui assenza è il primo peccato capitale, che ha preso il posto dell’orgoglio. Tuttavia ciò non deve impedirci di considerare l’amore di sé come l’attitudine spirituale fondamentale, senza la quale è impossibile resistere alla tentazione di correre alla conquista dell’apprezzamento. J.B. Metz diceva che l’amore di sé è il fondamento della fede cristiana. «L’adesione a Dio inizia con l’adesione sincera a se stessi, allo stesso modo in cui la fuga colpevole che allontana da Dio inizia con la fuga da se stessi in cui si rifugia l’uomo».
Accettarsi o fuggire da sé, consacrarsi amorevolmente alla verità del proprio essere o mendicare dagli altri l’approvazione di cui si ha avidamente bisogno: questa è la scelta fondamentale da fare se si vuole essere fedeli al desiderio profondo di amare. Si tratta in definitiva di scegliere tra la logica della competizione e quella della compassione. Quest’ultima, che Nouwen descrive come quella della «mobilità verso il basso», ha come principio primo la fede nell’amore incondizionato del Dio molto vicino, che Gesù ci ha fatto scoprire non come la sommità di una piramide, ma come il centro del cerchio, la vita della nostra vita, la sorgente del nostro essere, il sole interiore la cui presenza non ci viene mai a mancare. Il secondo principio di questa logica è la consapevolezza che la mia vocazione essenziale è di incarnare tale amore creatore, di rivelarlo, di aprirgli una strada perché possa raggiungere e toccare i piccoli, i poveri, i deboli, coloro che sono esclusi dalla logica della mobilità verso l’alto. Il terzo principio è la certezza che posso arrivare a Dio solamente avvicinandomi ai più poveri, cioè a coloro che soffrono e non hanno i mezzi per liberarsi della sofferenza. Tre princìpi che esigono la compassione per l’amore di Dio, così facilmente respinto dall’egoismo umano, compassione anche per la capacità umana di amare, così fragile, così facilmente paralizzata dalla paura e che tuttavia resta l’unica possibilità di scoprire in me e in tutti la presenza dell’Eterno Amore.
Benoit Garceau