Che senso ha il fatto che siamo un essere con un corpo? Che cosa ha da dire la nostra epoca sul corpo, sulle sue dinamiche? Che relazione ha il corpo con la vita dello “spirito”, con la vita dopo la morte?
Il testo dell’arcivescovo Carlo Maria Martini tratta un tema “difficile” e controverso, partendo da alcune delle domande che smuovono le nostre coscienze, provocando il lettore in cerca di risposte.
Non una trattazione sistematica ma brevi pensieri, per liberarsi da ideologie preconcette, culti chiusi in se stessi, specificazioni ristrette.
Silvano Petrosino accompagna la riflessione del Cardinale sul “dopo morte” e sulla visione cristiana dell’esperienza umana, arricchendola e inquadrandola storicamente. Due autori e generi letterari differenti, che dialogano sul futuro del corpo con lucidità e l’unico intento di aiutare a pensare.
Con un’approfondita introduzione di padre Carlo Casalone, presidente della Fondazione Martini, collaboratore per la Sezione scientifica della Pontificia Accademia per la Vita e docente presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma).
«Vorrei sapere del corpo la parola non detta, che è iscritta in esso, che ne dice il significato e il destino. Perché, se non la comprendiamo, distruggiamo il corpo facendone un assoluto, un idolo, un vuoto a cui sacrificare la vita.»
Casalone Carlo
Martini Carlo Maria
(1927-2012), gesuita e biblista di fama internazionale, dal 1980 al 2002 è stato arcivescovo di Milano. Già rettore del Pontificio Istituto Biblico e della Pontificia Università Gregoriana, fu scelto come successore di Ambrogio sulla cattedra di Milano, ordinato vescovo e creato cardinale da san Giovanni Paolo II. Al compimento dei 75 anni rassegnò al Papa le sue dimissioni, trasferendosi nel 2003 a Gerusalemme per riprendere gli studi biblici e raccogliersi in preghiera. Rientrato per motivi di salute in Italia, è spirato presso l’Istituto di studi filosofici Aloisianum di Gallarate. È sepolto nel Duomo di Milano.