C come Casa

La Chiesa è nata nelle case. E oggi? Sono ancora luoghi per trasmettere la fede?

10 Marzo 2025

La chiesa domestica nel periodo del cristianesimo primitivo

Nel cristianesimo primitivo, la fede veniva vissuta soprattutto all’interno delle mura domestiche, da comunità formate non solo dai membri della famiglia, ma aperte ai credenti delle classi più povere che si incontravano nelle dimore dei cristiani più benestanti. Lì ci si confrontava con il messaggio di Gesù e si spezzava il pane insieme, celebrando quindi l’eucaristia. A presiedere allo spezzare del pane era il padrone di casa; in alcuni casi si trattava di donne, come ad esempio Lidia la commerciante di porpora, o Febe e Ninfa. La coppia Aquila e Priscilla aveva un laboratorio per la produzione di tende e metteva a disposizione la propria abitazione per le riunioni. In tutte le città c’erano chiese domestiche. Come queste vivessero, possiamo intuirlo dalla descrizione che ne fa Luca negli Atti: «Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano il cibo con letizia e semplicità di cuore» (Atti degli Apostoli 2,46). L’esegeta Hans-Josef Klauck descrive così queste prime comunità cristiane: «Secondo Luca, così si viveva in queste esemplari comunità domestiche dell’inizio: di insegnamento ed eucaristia».
Dove “insegnamento” non significa trasmissione di saperi, ma dialogo e confronto sulle parole di Gesù, per crescere sempre di più in lui e portare il suo spirito nel mondo. Attraverso lo scambio sugli insegnamenti di Gesù, i primi cristiani imparavano un nuovo stile di vita, che si irradiava anche al di fuori delle case, come scrive ancora Luca: «Lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo» (Atti degli Apostoli 2,47).

Anselm Grün

Libro collegato

Grün Anselm
Centro Ambrosiano

 14,25

Con un linguaggio semplice, diretto, capace di parlare a tutti, Anselm Grün – monaco benedettino tedesco conosciuto in tutto il mondo e autore di libri di spiritualità di grande successo – offre preziosi suggerimenti su come esprimere la fede attraverso riti personali, familiari, comunitari. «La fede è qualcosa di estremamente personale. Ognuno ha la propria! Ma essa ha anche bisogno di comunità, di connessioni, altrimenti finisce per… evaporare» scrive l’autore, che suggerisce una serie di indicazioni pratiche per trasformare i luoghi familiari e lo scorrere del tempo in occasioni di spiritualità. Uno strumento destinato non solo ai credenti, ma a tutti coloro che sono in ricerca, che stanno percorrendo un proprio cammino spirituale o che vorrebbero farlo.
Aggiungi al carrello

La nostra newsletter

Rimani sempre aggiornato non perderti le nostre ultime novità e promozioni speciali!