«Vedrei oggi il cardinale Martini come una sentinella che suona l’allarme e indica la strada da percorrere: un ritorno radicale alla Parola che in fondo è l’ascolto di Dio. Altrimenti per la Chiesa c’è l’appiattimento alla mentalità corrente». Don Gregorio Valerio rilancia con passione la figura dell’indimenticabile arcivescovo,“svelando” un Martini inedito, personale, avendo collaborato a stretto contatto con lui come segretario negli ultimi 6 anni di episcopato a Milano, dal 1996 al 2002.
Lo fa con la pubblicazione dei suoi diari personali in un corposo volume del Centro ambrosiano Il mio Martini segreto (608 pagine, 29 euro).
Don Valerio, come nasce l’idea di scrivere un diario?
Innanzitutto va chiarito che si tratta di appunti scritti per me. È un diario personale: ogni sera – o quasi – scrivevo le mie impressioni, la cronaca, l’insegnamento, le esperienze della giornata con il cardinale Martini. Dunque non è stato scritto per essere pubblicato. Questa era un’abitudine che ha un’origine un po’ strana.
Perché ha pensato di pubblicarli in questo libro?
Il mio diario è diventato piuttosto voluminoso, oltre 1.200 pagine. L’ho diviso per anno e l’ho rilegato in sei volumi dattiloscritti. Ogni tanto andavo a rileggerli, in maniera sempre più interessante. Ultimamente Maria Teresa Antognazza l’ha visto e letto e mi ha proposto di pubblicarlo. Quella grande mole grazie a lei è diventata l’antologia contenuta nel volume.
In base alla sua esperienza con lui, cosa dice Martini oggi?
Trovo molto vero il cosiddetto “testamento di Martini”, quell’intervista pubblicata sul Corriere il giorno dopo la sua morte, dove paragona la Chiesa a brace ma sepolta dalla cenere. […] Lui aveva come punto di riferimento san Gregorio Magno (da lui il motto Pro veritate adversa diligere). Usando un’altra immagine di san Gregorio, vedrei Martini come sentinella che suona l’allarme, perché il nemico si avvicina. Lo vedo come uno che indica la strada della Chiesa nella Parola di Dio. L’ha detto tante volte: altrimenti la Chiesa si adegua alla mentalità di oggi, non ha più niente da fare, non è più sale, non è più luce. Invece il riferimento fondante sulla Parola di Dio è il futuro della Chiesa.
Intervista Pino Nardi a don Gregorio Valerio (Il Segno 11/2019)